TURISMO VUOL DIRE ACCETTARE USI E COSTUMI MA SINO ANCHE PUNTO
In questi giorni inferve sulla stampa nazionale e internazionale il tema del "burkini" in spiaggia, spesso applicato dalle turiste di religione islamica in vacanza nei nostri mari. Effettivamente questo “costume” disturba la maggior parte dei turisti, ma sopratutto delle turiste occidentali per due aspetti: si ha l'impressione come essere vestiti in un campo nudisti, oppure ci si sente fortemente fuori luogo a casa propria per l'eccesso di nudità. Facilmente la situazione potrebbe essere risolta con un semplice cartello sulle principali spiagge che come in molti Paesi di religione mussulmana sono vietati costumi succinti. Parallelamente nel turismo si insegna che qual’ora si desidera ospitare anche i turisti provenienti da Paesi Islamici dobbiamo creare delle spiagge adatte ai loro usi e costumi. La sceta di ospitare nuovi mercati, non comporta di modificare il proprio stile di vita, nella stessa misura che oggi ritroviamo in molti ristoranti, ovvero di servire piatti non contenenti carne di maiale, ma senza vietare i piatti italiani come prosciutto e melone.
Albert Redusa Levy