DARK TOURISM: IL FENOMENO DEL TURISMO DELL'ORRORE
Il dark tourism, o black tourism, è uno dei settori più in voga tra coloro che amano i viaggi alternativi. Consiste nella ricerca di luoghi inquietanti, macabri, caratterizzati da una storia oscura o celebri per paurose leggende.
Il dark tourism è un fenomeno recente e la lista dei luoghi che rientrano in questa categoria è molto ampia. Un ricco atlante che attraversa i luoghi dove si sono consumate tragedie o fatti di cronaca nera, passa per le ultime dimore dei personaggi celebri, per arrivare in zone dove si sono verificati disastri ambientali.


Uno dei motivi della diffusione di questo tipo di turismo è sicuramente l’influenza dei mezzi di comunicazione che hanno aumentato la loro presenza invasiva, spesso inopportuna, nei luoghi che sono stati teatro di tragedie. Così, milioni di viaggiatori esplorano il pianeta alla ricerca di luoghi macabri, sicuramente non per ammirarne le bellezze naturali o artistiche, quanto piuttosto al fine di ripercorrerne la storia. Numerose sono le critiche che attira il dark tourism, ciò dipende dal fatto che visitare dei luoghi che sono stati teatro di tragedie e sofferenze viene ritenuto immorale e poco rispettoso del dolore altrui.


Ma nonostante ciò si stanno sempre più diffondendo i siti che trattano di dark tourism, tanto da trovare anche delle sottocategorie come tahanatourism o disaster tourism. Nella categoria di dark tourism rientrano anche i siti di vita di serial killer, siti dove si sono compiuti omicidi divenuti celebri per la loro efferatezza, le morti accidentali per disastri naturali o degli omicidi o suicidi di persone note. Tra i luoghi più noti troviamo Chernobyl, la città ucraina protagonista della cronaca per il più grande incidente nucleare o la devastazione di Fukushima, provocata dal terremoto e maremoto. Nel nostro Paese hanno suscitato non poca indignazione i selfie scattati da diversi turisti nell’Isola del Giglio o le visite di turisti nelle zone di Cogne, dove diversi anni fa avvenne un drammatico infanticidio.


Ma cosa sta davvero succedendo ai turisti che partono per le mete del Dark Tourism? Perché i loro comportamenti sembrano non avere nessuna empatia verso tanto dolore e sofferenza? E inoltre, il Dark Tourism è un fenomeno spontaneo o si tratta solo di un’operazione di marketing territoriale?
Marialuisa Scatena