LA SPIAGGIA DI THE BEACH CHIUDE AL PUBBLICO: TROPPI TURISTI
La spiaggia thailandese Maya Bay sull’Isola Phi Phi, celebre per essere stata il set cinematografico del film con Leonardo Di Caprio “The Beach”, chiude i battenti. Le autorità della Thailandia hanno infatti ordinato la chiusura temporanea della bellissima spiaggia a causa dei danni ambientali provocati dalla presenza dei turisti. Maya Bay rimarrà chiusa ai turisti da giugno a ottobre per consentire alla natura di rigenerarsi e permettere il recupero delle barriere coralline e della vita marina dell'isola.

Il Dipartimento per i parchi nazionali e la fauna selvatica ha confermato una decisione che era nell'aria già da qualche mese, facendo rientrare Maya Bay nella chiusura temporanea a cui tutti i parchi nazionali marini del Paese sono già sottoposti. A differenza degli altri parchi nazionali marini thailandesi, che sono chiusi da metà maggio a metà ottobre, Maya bay è sempre stata aperta tutto l’anno, proprio a causa della forte domanda turistica. Infatti, da quando una troupe di Hollywood vi è approdata per la prima volta nel 1999 per girare la trasposizione sul grande schermo del libro omonimo di Alex Garland, la spiaggia riceve in media 300 imbarcazioni e 5.000 visitatori al giorno. Questo altissimo afflusso ha provocato enormi danni alla barriera corallina, nonché un crescente problema di acqua sporca e immondizie. Indagini recenti, condotte da un team di biologi marini, hanno scoperto che gran parte delle barriere coralline intorno all'area in questione è sparita e la vita marina è praticamente scomparsa. Inoltre, quando la spiaggia riaprirà al pubblico, non potranno accedervi più di 2.000 turisti al giorno, mentre le barche non potranno più ancorare a Maya Bay, ma dovranno attraccare sul lato opposto dell'isola.


La spiaggia thailandese di Maya Bay non è l’unica destinazione turistica ad essere sottoposta a restrizioni. Infatti, sono molteplici i luoghi nel mondo che presentano delle limitazioni allo scopo di salvaguardare l’ecosistema e le bellezze naturali. Come L’Islanda, il numero di visitatori sempre in crescita grazie ai suoi affascinanti paesaggi naturali ha spinto il Consiglio per il turismo islandese a condurre ricerche su quante persone possono visitare un’attrazione. Oppure Machu Pichu in Perù, inserito nel gennaio 2016 nella lista dei luoghi UNESCO in via d’estinzione. Nonostante fosse già presente un limite di 2500 visitatori al giorno, il governo peruviano, insieme alla stessa UNESCO, ha deciso di porre restrizioni turistiche ancora più rigide. In Italia, una destinazione sottoposta a restrizioni è la zona delle Cinque Terre, dopo aver ricevuto il titolo di UNESCO World Heritage Site nel 1997 è divenuta una delle mete più popolari del nostro paese. Questo però inizia a essere fonte di problematiche, infatti dopo il picco di 2.5 milioni di visitatori nel 2015, il governo italiano ha deciso di prendere precauzioni.
Ma questi sono solo alcuni esempi, sono infatti numerose le destinazioni nel mondo ad essere sottoposte a questo genere di restrizioni, con impatto notevole sull’esperienza dei turisti. Anche se purtroppo moltissimi turisti si vedono negato il desiderio di visitare un luogo, queste pianificazioni mirano a proteggere l’ecosistema e le bellezze naturali che a causa del sovraffollamento rischiano di perdere tutto il loro fascino.


Marialuisa Scatena