UN VIAGGIO NEL MYANMAR
Da unrecente viaggio in Myanmar partendo da Chang Mai, a Mandalay ho scoperto ilsenso della serenità. Il Paese sta tornando alla normalità dopo un lungoperiodo vissuto sotto un regime militare oppressivo. E’ bello vedere la gentemuoversi liberamente e ricercare di nuovo la voglia di lavorare, creare esviluppare le proprie aspirazioni ed attività. Lasciando Chang Mai nel norddella Thailandia, dove tuttavia regna un forte scontro tra la crescitaeconomica e la serenità buddista, e già per noi europei ci sembra di tornare alboom economico della seconda metà dello scorso secolo, l’antico Burma cosichiamato e decantato dagli inglesi è un’oasi di pace, con un turismo ai primialbori. Fa infatti un po’ effetto notare che i principali viaggiatori all’internodel Paese sono gli stessi birmani mischiati con altri popoli del far-east. Piùvolte nelle grandi città mi sono trovato a ricevere una richiesta da partedella popolazione autoctona ad essere fotografato con loro, mentre fuori daicentri urbani ci si trova fortemente osservati. Il Paese è meraviglioso, ancorain parte intatto, decisamente sicuro anche per un turismo femminile eparticolarmente economico. Il maggior problema è la lingua, infatti pochiparlano inglese ed i trasporti che oltre ad essere ancora radi e affollati,hanno un’insegnistica esclusivamente in lingua locale. Tuttavia in un viaggio selfmade ci si può muovere in autonomia con un po’ di dimestichezza e spirito d’avventura.La parte nord è ancora chiusa al turismo, ma da Mandalay a Yagoon sia per aereo,che con i bus locali, sino ad il noleggio di una auto obbligatoriamente conautista, permette di vivere un’esperienza unica. Da non perdere nel sud le isole“gemelle” alle Phi Phi Island a nord dell’antica Ragoon oggi Yagoon.
Albert Redusa Levy