NASCE L'INSOFFERENZA AL TURISTA
L’insofferenza verso il turismo di massa emerge in forma più sentita da parte delle destinazioni che per tipologia urbanistica o quali luoghi religiosi, gli abitanti vivono forme di mancanza di rispetto e di maleducazione. Ci riferiamo ad esempio in Italia a Venezia, Roma, Firenze, dove la concentrazione del turismo soprattutto in alcuni periodi dell’anno rende difficile la quotidianità dei residenti. Effettivamente ho vissuto queste“invasion” in Thailandia e più esattamente alle Phi Phi Island, uscendone disgustato e fuggendo dalla località dopo solo due giorni di soggiorno. Va tuttavia considerato l’apporto economico che il turismo alimenta, dove in mancanza, facilmente gli abitanti sarebbero costretti a emigrare o ad una vita più modesta. Questo non giustifica gli atti di maleducazione, come è accaduto recentemente nei templi di Bali e Bangkok, o in Italia dove ammiriamo torsi nudi e piedi in fontane romane solo per una giornata un po’ più calda. Sicuramente il numero chiuso tanto decantato da alcuni sindaci, è fattibile alle Galapagos o alle Svalbard, nelle altre destinazioni è necessario un maggior controllo da parte degli organi preposti sia di pubblica sicurezza e non limitarsi solo all’aggiornamento del sito. Si potrebbe non solo migliorare l’ospitalità al turista ma far contenere eventuali eccessi, d’altra difficilmente ci si comporta in modo sconveniente in un luogo molto bello, pulito e preservato.
Albert Redusa Levy