LA RIPARTENZA DEL SETTORE VIAGGI: ECCO I PRIMI DATI.
Ora che la filiera del turismo organizzato, tour operator e agenzie di viaggio -compatibilmente con le restrizioni ancora vigenti- hanno riavviato la programmazione e la vendita di viaggi, è il momento di guardare timidamente ai primi dati di settore per ipotizzare le sorti delle vacanze estive 2020.

La forte attenzione verso i segnali di una ripresa del settore viaggi sono infatti giustificati: soprattutto in un mercato, come quello italiano, dove il 13% del PIL nazionale è affidato al comparto turistico, con intere aree geografiche fortemente (se non esclusivamente) orientate verso ad un turismo estivo, la possibile frenata nella domanda rappresenterebbe una perdita significativa sia per i molti occupati nel settore turistico-alberghiero ma anche un contraccolpo per il tutto il mercato, legato a doppio filo con la ricettività e la promozione del territorio in tutti i suoi aspetti.

È perciò con fiducia che si guarda innanzitutto all’indagine Confturismo Confcommercio in collaborazione con Swg, secondo cui la quota di italiani che oggi pensa di fare le valigie nei mesi tra giugno e agosto è passata dal 19% di aprile al 48%. Benché siamo ancora lontani dal 70% dello stesso periodo lo scorso anno, il dato è promettente e pensiamo non possa che aumentare non appena si saranno stabilizzate le procedure di ingresso negli Stati esteri.

Ad oggi infatti, benché dal 3 giugno sia formalmente possibile viaggiare negli Stati membri dell’Unione Europea, in quelli dell’accordo di Schengen (gli Stati non UE parte dell’accordo di Schengen sono: Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera), nel Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del nord, ad Andorra, nel Principato di Monaco, Repubblica di San Marino e Stato della Città del Vaticano, molti degli Stati qui menzionati mantengono forme obbligatorie o consigliate di auto-isolamento o certificazione medica: aspetti che concorrono ad ostacolare gli spostamenti vacanzieri, sopratutto quelli non indirizzati verso le seconde case.

Proprio anche a causa di questa incertezza sulle modalità di soggiorno e accoglienza estera, la programmazione di questa estate, così come i flussi turistici e le prenotazioni, per ora riguardano in prevalenza l’Italia.

Astoi Confindustria viaggi (tour operator che rappresenta il 90% del mercato Italia), sostiene che le persone si stanno orientando sia su mare che su montagna.
Valle d'Aosta e Trentino la fanno da padroni in questo secondo caso, con particolare fortuna per le mete di media altura che permettono un più rapido accesso alle cime, mentre Calabria, Puglia, Toscana e Campania – soprattutto Costiera Amalfitana - eccellono nel settore marittimo.
Le più richieste restano Sardegna e Sicilia, soprattutto dopo il nulla di fatto alle possibili misure legate ai controlli sanitari in ingresso, di cui si era parlato nelle scorse settimane.

Restano provvisori, ma pur sempre significativi, i dati dell’outgoing per il quale - osservano ancora da Astoi Confindustria viaggi - le mete ad oggi più richieste sono la Grecia, l’Egitto e la Spagna.

Questa prime settimane sembrano inoltre confermare l'attenzione degli italiani per le aree meno affollate, con indicazioni chiare rispetto ai trattamenti sanitari che vi si applicano, e una predilezione alle vacanze brevi: la media di soggiorno si attesta a 3 giorni.