DA CARCERE A MUSEO: UN VIAGGIO PER SCOPRIRE LA STORIA DEL KOSOVO
In questo inizio d’estate, con le prime frontiere che si riaprono e dopo un lungo periodo di accadimenti non di certo positivi, la voglia di ritornare a viaggiare, rispettando le norme igienico-sanitarie, si fa sentire sempre di più. A confermarlo è la ricerca condotta da Quorum/You Trend per Wonderful Italy dove si afferma che una persona su due ha già deciso di andare in ferie, mentre un altro 25% ci sta riflettendo proprio in questi giorni.
E mentre gli italiani decidono cosa fare della loro estate, una buona notizia arriva dal Kosovo. Qui, nella piccola capitale Pristina, è appena stato inaugurato un museo che si trova nell’ex carcere dove venivano rinchiusi i prigionieri sin dai tempi di Tito. L’obiettivo del museo di Pristina vuole essere un inno alla pace, un vero e proprio documentario che mostra la persecuzione etnica del popolo albanese durante i regimi jugoslavo e serbo, e che ancora oggi riempie le pagine più recenti della storia europea.
Non è quindi un caso se il sito prescelto sia la vecchia prigione nata agli inizi degli anni Cinquanta, ai tempi della Jugoslavia di Tito, e non è nemmeno un caso che il museo sia stato inaugurato venerdì scorso, durante le celebrazioni per i 21 anni della liberazione del Kosovo, quando le forze della Nato entrarono nell’ex provincia jugoslava.
All’interno del museo i turisti potranno scoprire documenti che raccontano la storia del paese e che spaziano da quell’epoca sino al momento della fine della federazione. Dopo i crimini perpetrati sul suo territorio, oggi possiamo definire il Kosovo un paese nuovo e rinato.

Mai come ora, in questo periodo storico, viaggiare assume un valore ancora più intenso e ricco di sfaccettature: viaggiare non significa solamente prendere un aereo e visitare luoghi non ancora visti. Viaggiare significa andare alla scoperta in modo consapevole di ciò che un paese ci nasconde, documentarsi, scoprire e “toccare con mano” la storia di popoli e paesi.

Eva Barri