NON PIU€ SOLO LUSSO E GLAMOUR: ECCO COME CAMBIANO LE ESIGENZE DEI CLIENTI UP LEVEL IN QUESTA ERA COVID
Secondo il Global Heatmap realizzato da Altiant per Iltm, che da sempre sonda i desideri dei consumatori up e upper level, i viaggiatori di lusso stanno piano piano cambiando le loro esigente e i loro consumi, cercando di adattarsi nel migliore dei modi a questa era Covid-19, salvaguardando da un lato la loro salute e dall’altro le loro finanze.
Privacy, qualità elevata, natura incontaminata, prodotti locali e sicurezza sono solo alcuni dei criteri e delle esigenze di scelta di questa fascia ristretta di viaggiatori.
Il viaggiatore up level dell’autunno 2020 si è evoluto e trasformato rispetto a quello dell’anno scorso, proprio perché sono cambiati i modi di percepire il viaggio e le necessità a cui rispondere.


Nonostante il lungo periodo di lockdown, i clienti up level hanno cominciato a percepire e a capire come i beni di lusso non siano più necessari, ma hanno imparato ad apprezzare e a dare maggiore importanza al viaggiare e alle esperienze che si possono fare in giro per il mondo scoprendo nuovi costumi, tradizioni e sapori.
Questa tesi è infatti confermata dal 36% degli intervistati che ha sottolineato il desiderio e la necessità di tornare a viaggiare in giro per il mondo, non appena verranno abolite le restrizioni.


Nonostante la voglia di viaggiare lontano, per il momento, però, la vacanza dei sogni resta vicina a casa e, se possibile, nella natura lontana da tutti e con i servizi il più possibile privatizzati. Il 20% degli intervistati, infatti, sottolinea il desiderio di voler utilizzare auto private con autista per i propri spostamenti, mentre il 17% pensa di incrementare nei mesi prossimi il budget per yacht privati, elicotteri o jet. Per quanto riguarda invece hotel e resort, secondo il nuovo viaggiatore up level la privatizzazione diventa il fulcro della vacanza: il 43% degli intervistati considera l’occupazione minima delle strutture come vincolante per garantire il massimo comfort.


Come conseguenza diretta del Covid-19 resta alta anche la resistenza nei confronti dell’utilizzo degli aerei ed emerge come la preoccupazione di incorrere in problemi come la cancellazione del volo o l’essere sottoposti a improvvisi cambiamenti di livelli di sicurezza da parte degli Stati siano elementi incisivi per i viaggiatori. Infatti, il 45% evidenzia che è deciso a prenotare meno voli a lungo raggio a favore di quelli a corto raggio, mentre il 39% si trova in difficoltà anche sui voli a corto raggio.


Dall’indagine emerge come il Covid-19 abbia cambiato la percezione del viaggio e come tutti, anche i clienti up level, abbiamo imparato ad adattarsi alla situazione, con un occhio in più verso nuovi criteri, come la sicurezza e la tranquillità.


Laura Riva