DOPO BREXIT
I cittadini del Regno Unito giovedì 23 hanno votato per l'uscita il 51% ed oggi a tre giorni i quotidiani riportano che da una veloce ricerca il 54% vorrebbe invece restare in Europa, forse una scelta un po' affrettata e poco ragionata sopratutto da un target più maturo e non presente nei grandi centri urbani. Pare infatti che la differenza nella scelta sia stata sopratutto generazionale ovvero la maggior parte degli under 40 volevano restare. Ma cosa cambierà a breve e medio termine per l'indotto economico turistico e per il movimento di persone? Il fatto più evidente sarà la ricomparsa dei controlli doganali sia per le persone che per le merci, la fine della bipolarità sulla sanità, i costi di telefonia e roaming da poco equiparati per una legge comunitaria, saranno di nuovo differenti. Diverrà più difficile per i cittadini europei in particolare per i giovani inserirsi nel tessuto lavorativo d'oltremanica, aprire una attività o trattenersi a lungo per soggiorni di studio e lavoro. Nei vantaggi avremo che i cittadini EU dotati di Euro recandosi nei primi tempi in Inghilterra si troveranno più ricchi del 20% per la forte svalutazione della sterlina. Tuttavia si parla di due periodi di transizione, il primo di circa tre mesi sino all'uscita fisica del Regno Unito e il secondo dove il Paese cercherà di nuovo quella stabilità economica e finanziaria che gli ha permesso di collocarsi tra gli Stati più ricchi anche dopo la perdita delle Colonie. Infine, ultime notizie, pare che l’irlanda del Nord e la Scozia vogliono rientrare in Europa separandosi dl Regno Unito.
Albert Redusa Levy