IL TURISMO SPORTIVO, SETTORE IN LENTA RIPARTENZA
A causa dell’impatto del covid, il settore del turismo sportivo, e l’indotto che ne deriva, ha contato perdite di diversi miliardi e tutt’ora non vede una completa ripartenza.
Si tratta di un settore che di fatto comprende varie sfaccettature, come varie sono le motivazioni che portano le persone a spostarsi quindi per praticare sport, per seguire il proprio atleta preferito, per tifare la propria squadra del cuore o per accompagnare una persona cara che si prepara ad affrontare una competizione. Ma oltre a questo, il turista sportivo è anche colui che sceglie una destinazione per la sua offerta legata allo sport, che sia il trekking, il ciclismo, o altro.
Nonostante le grandi potenzialità in un mercato come l’Italia in cui lo sport è da sempre parte della cultura del paese, il turismo sportivo risente ancora degli effetti della pandemia e ancora non è tornato ai livelli delle presenze pre-covid. Infatti, stando ai dati di Banca Ifis, la spesa per il turismo sportivo in Italia e le presenze legate agli eventi sportivi si sono ridotte rispettivamente del 74% e del 76%. Nonostante nel 2021 ci sia stata una leggera riduzione di queste percentuali e una graduale ripresa del settore, la capienza limitata di impianti e palazzetti, che ha caratterizzato l’ultimo biennio, ha ancora un impatto non indifferente.
Tuttavia, anche se alcune limitazioni sono ancora in vigore, il settore del turismo sportivo continua a dare un contributo significativo anche alle economie locali. Rimane dunque un segmento su cui investire e puntare per ottenere una ripartenza completa, anche in termini di promozione della destinazione, hospitality e ristorazione, complici soprattutto i recentissimi allentamenti delle restrizioni sulla capienza degli stadi in vigore dal 1° aprile.
Simona Schifano