NOMADI DIGITALI, UNA GRANDE OPPORTUNITà PER IL TURISMO ITALIANO
Le nuove abitudini di vita e lavoro, caratterizzate da un maggiore ricorso allo smart working, hanno avuto un impatto significativo sul modo di viaggiare.

Secondo quanto emerge dal Secondo Rapporto sul Nomadismo Digitale in Italia - uno studio condotto dall'Associazione Italiana Nomadi Digitali e da Airbnb - la tribù dei nomadi digitali cresce e "promuove" il Bel Paese.

I “Nomadi Digitali” o remote worker vengono definiti come: “cittadini di un Paese terzo, che svolgono attività lavorativa altamente qualificata attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici che consentono di lavorare da remoto in via autonoma ovvero per un’impresa anche non residente nel territorio dello Stato italiano”.

I nuovi nomadi 2.0 sono in prevalenza esperti di marketing e comunicazione che presentano in media un alto livello di istruzione: il 42% ha una laurea e il 31% un master o un dottorato. Il fenomeno interessa maggiormente le donne, che rappresentano il 54% degli intervistati, con un’età media tra i 25 e i 44 anni. Il 46% dei remote worker intervistati dichiara di aver già fatto esperienze di nomadismo digitale, mentre il restante 54% di volerlo fare nel prossimo futuro. Chi decide di intraprendere questo tipo di esperienza lo fa in compagnia del proprio partner o della famiglia.

Le attività che vorrebbero maggiormente sperimentare e che interessano di più i nomadi digitali sono gli eventi culturali e quelli enogastronomici (60%), seguiti da attività a contatto con la natura (51%). Tra gli aspetti più rilevanti e irrinunciabili che influenzano la scelta della loro destinazione abbiamo la qualità della connessione a Internet (65%), e i costi della vita adeguati alle loro esigenze (61%). Le regioni del centro-Sud sono destinazioni gradite complessivamente da ben 3 intervistati su 4 e complessivamente la durata media di un soggiorno per un nomade digitale su 2 varia da 3 mesi fino a un anno. Più della metà degli intervistati, inoltre, ha dichiarato che gli piacerebbe trovare in un unico portale “ufficiale” tutte le informazioni specifiche - dalle tematiche di immigrazione a quelle sanitarie - di cui ha bisogno per scegliere una destinazione rispetto ad un'altra.


Per la prima volta, milioni di persone possono vivere e lavorare ovunque e l’’Italia ha tutte le carte in regola per attrarre remote worker e nomadi digitali nel nostro Paese. Questo può rappresentare una grande opportunità per differenziare l’offerta turistica tradizionale e sviluppare progetti innovativi con un forte impatto sociale.

Daniela Brescianini