TURISMO E AI: BINOMIO VINCENTE?
Nelle ultime settimane si sta parlando sempre di più di Intelligenza Artificiale connessa ai diversi ambiti e settori della vita privata e lavorativa. Anche nel mondo del turismo, diversi colossi di fama mondiale si stanno interfacciando con questo nuovo strumento e, in particolare, ChatGPT, che è considerato il chatbot più famoso del momento. Tra le varie aziende troviamo, per esempio, Expedia che ha da poco lanciato l’integrazione di ChatGPT nell’app per iPhone. Nella chat i viaggiatori potranno chiedere, per esempio, di pianificare un itinerario più o meno avventuroso, con o senza esperienze adrenaliniche e, al tempo stesso, trovare alloggi dove rilassarsi. L’obiettivo in questo caso è quello di rendere l’esperienza di viaggio su misura e customizzata, quasi come se si avesse un amico fidato a cui chiedere consigli su qualsiasi destinazione al mondo.
Anche Trip.com, portale di viaggi singaporiano, ha sviluppato TripGen che offre supporto ai viaggiatori rispondendo anche a domande generali e non solo riferite ai viaggi. Air India, invece, utilizza l’intelligenza artificiale per migliorare il servizio di assistenza ai clienti e per aspetti operativi come il briefing ai piloti. Di parere contrario è Booking: la realtà, infatti, ha spiegato che ci andrà con i piedi di piombo.
Come mai quindi ci sono pareri così contrastanti? Come mai alcuni colossi si affidano all’AI mentre altri preferiscono prima studiare il fenomeno per poi, nel caso, sfruttarlo? Alcuni esperti del settore affermano che i sistemi di openAI sono stati “programmati” su dati che arrivano fino alla fine del 2021 e, purtroppo o per fortuna, quello dei viaggi è un settore in continua evoluzione, dinamico, dove le informazioni di qualche giorno fa oggi possono non valere più. Questo, infatti, potrebbe essere uno dei limiti dell’AI, o almeno finchè non si troverà il modo di aggiornare costantemente le informazioni rendendole quanto più attuali e recenti possibili.
Eva Barri